CON... DANIELE ZORATTO - CT NAZIONALE ITALIANA U17

(di Marco Fanuli)

PdC: Buongiorno mister Zoratto e benvenuto su Promesse del calcio. Iniziamo la nostra intervista parlando della
sua esperienza in Nazionale. Come giudica il lavoro svolto da lei e dai suoi collaboratori in questi anni di azzurro?
 DZ: Il lavoro è da considerarsi buono perché si sono valorizzati diversi giovani e lo scorso anno abbiamo raggiunto traguardi importanti conquistando due finali europee con l'Under21 e partecipando ad un mondiale con l'Under17. Quindi direi che a livello di risultati siamo andati abbastanza bene anche se quest'anno, sinceramente, potevamo fare qualcosina di più.

PdC: Parliamo della sua avventura da commissario tecnico negli Emirati Arabi: i ragazzi hanno seguito le sue idee di gioco oppure è lei che si è dovuto adattare alle loro qualità e alle loro caratteristiche?

Ha qualche rimpianto per come sono andate le cose?
 DZ: I rimpianti ci sono al momento. Nel Campionato del Mondo, a volte, un po' di fortuna potrebbe anche aiutare, nel senso che i sorteggi possono essere favorevoli o sfavorevoli, però credo che alla fine abbiamo raccolto per quanto seminato. Diciamo invece che l'Europeo in Slovacchia è stato giocato in maniera più brillante, mentre il Mondiale è stato un pochino sotto tono, pur avendo superato brillantemente la prima fase di qualificazione, approdando agli ottavi. E' vero anche che in un Mondiale ci sono giocatori di livello superiore rispetto ad un Europeo. Purtroppo anche l'inesperienza, un po' nostra e un po' generale ha fatto sì che non fossimo poi così brillanti.

PdC: Grazie proprio allo scorso Campionato mondiale Under17 abbiamo conosciuto meglio giocatori come Alberto Cerri, Mario Pugliese, Gennaro Tutino e Simone Scuffet.

 DZ: E' vero. Tra questi aggiungerei anche Luca Vido che quest'anno non è venuto con noi nell'Under17 per colpa di un infortunio, però ha fatto un grande Mondiale e lo considero un giocatore importante, uno con delle grandi qualità. Gli auguro di saperle far fruttare. 
Comunque di giocatori interessanti ce ne sono stati molti, primo fra tutti Simone Scuffet che si è confermato un buon portiere e ha disputato un buon campionato con l'Udinese. Direi che è quasi un'eccezione nel panorama italiano che un giovane del '96 possa essere già titolare in serie A.

PdC: In cosa deve migliorare secondo lei l'Italia a livello di settore giovanile?

 DZ: Credo che con dall'avvento di Arrigo Sacchi si siano fatti grandi passi in avanti. Notoriamente mister Sacchi è uno stacanovista. Ama la perfezione, ama immergersi nel lavoro con molta dedizione, non fa mai meno di quello che può fare. Va sempre oltre e devo dire che ci ha dato tantissimo sulla metodologia e per quanto riguarda la scelta dei giocatori da utilizzare in campo internazionale, ma anche per quanto riguarda l'educazione da trasmettere a questi ragazzi perché quando si è giovani, prima di diventare calciatori, bisogna diventare uomini e questo secondo me è fondamentale. E' vero, entrare nel mondo del calcio è importante, ma arrivarci da uomini e non da ragazzini è ancora più importante. Ecco, per me Scuffet ha entrambe le qualità: è un uomo che è diventato giocatore.

PdC: Arrigo Sacchi è sicuramente un modello da seguire, ma ricordiamo volentieri che da giocatore lei è stato nel Parma di Nevio Scala che vinse una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa Europea. Conserva ancora i suoi insegnamenti e quali?

 DZ: Nevio Scala era un allenatore che trasmetteva pochi concetti. Il suo lato migliore era quello di essere molto chiaro e concreto oltre ad essere un abile psicologo che riusciva a far apparire facili partite difficili. A livello psicologico, per lui, giocare con il Milan o con l'Atletico Madrid era come giocare con l'Ascoli...con tutto il rispetto per l'Ascoli. Quindi ti faceva apparire queste partite normali, anche quando normali non lo erano. E questa del resto è stata una grande dote perché sinceramente a livello emotivo ti dava sempre la tranquillità necessaria per poter essere concentrato nella maniera giusta, né troppo, né poco.

PdC: Parlando di Mondiale la testa ci porta obbligatoriamente in Brasile. L'Italia di Prandelli avrà come avversario l'Uruguay che lei ha già affrontato con l'Under17 nella scorsa competizione iridata. Secondo lei è una nazionale in crescita? Ci può dire qualcosa in più a proposito del giovane talento Kevin Mendez?

 DZ: Gli Uruguayani sono grandi giocatori. Il Kevin Mendez che ho incontrato e ammirato negli Emirati Arabi è un giocatore importante. Sicuramente è stato uno dei giovani più interessanti del Mondiale. Parliamoci chiaro: faceva la differenza. Al Mondiale ci si può trovare di fronte elementi come lui o come altri giocatori che hanno giocato per esempio nel Brasile o nel Messico, sono atleti che nonostante l'età hanno un timbro veramente importante sia sotto l'aspetto calcistico, sia della personalità e sia proprio nelle qualità individuali.

PdC: Pensa comunque che l'Italia possa andare lontano?

 DZ: Me lo auguro! Conosco abbastanza bene Cesare Prandelli e credo possa essere l'allenatore e l'uomo in più che può dare una fisionomia a questa Nazionale e portarla il più avanti possibile. Leggevo un po' in giro che i bookmaker ci danno abbastanza sfavoriti. Ma queste sono cose che lasciano il tempo che trovano, nel senso che poi è il campo che qualifica una squadra. Io credo che l'Italia possa fare bene seguendo il suo allenatore.

PdC: Chi invece tra i nostri giovani avrà, secondo lei, una lunga carriera in Nazionale?

 DZ: Verratti mi sembra un giocatore che potrà fare bene, così come De SciglioImmobile e Destro (escluso dal gruppo dei 23 per scelta tecnica). Ci sono molti giocatori giovani che fanno parte di questa nazionale e credo che abbiano già dimostrato molto nell'Under21, ma credo anche che adesso abbiano veramente le porte aperte per potersi confermare e dare alla loro carriera un timbro importante. Andare al Mondiale e giocarlo dimostrando di essere un campione affermato non è poco. Io credo che ragazzi come Immobile e Destro, abbiano oggi quella voglia, quella volontà e quella freschezza che può dare qualcosa in più.

PdC: Dove vedrà le partite del Mondiale? 

 DZ: Le vedrò a casa con la famiglia. Spero di vedere un gran bel Mondiale e spero di rivivere dei momenti come quelli del 1982 o del 2006. Non è facile perché, avendo vissuto il mondiale a livello giovanile, capisco quali possano essere i livelli di quel tipo di competizione.

PdC: La ringraziamo del tempo che ci ha dedicato e le auguriamo un buon lavoro con le giovani promesse del calcio italiano.

 DZ: Faccio un saluto a tutti i vostri lettori e mando un in bocca al lupo al carissimo mister Prandelli che conosco personalmente avendo lavorato con lui e ancora un grosso in bocca al lupo alla Nazionale Italiana, che possa arrivare il più lontano possibile!


 © RIPRODUZIONE RISERVATA  -  9 GIUGNO 2014

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