(di Laura Soriente)
Promesse del calcio incontra il portiere dei "Giovanissimi Regionali A" dell'Atalanta, Manuel Minotti, talentino classe 2001, cresciuto nel Torino Club Gallarate e oggi agli ordini di mister Lorenzi, tecnico dei bergamaschi (l'intervista risale a poco tempo prima del suo trasferimento all'Atalanta).
PdC: Ciao Manuel, benvenuto a Promesse del calcio. Sappiamo che lo scorso anno hai fatto diversi provini anche con squadre importanti (tra cui Milan e Juve), ma alla fine l'Atalanta ha bruciato la concorrenza. Cosa hai provato quando hai saputo di tutta questa attenzione nei tuoi confronti?
MM: Ciao! Inizialmente non credevo di poter arrivare ad un livello simile, perché il precedente preparatore non mi ha insegnato nulla che potesse essere all'altezza di un club come l'Atalanta. Poi è arrivato Claudio Piccoli che nell'arco di 2 anni, mi ha insegnato grandi cose e mi ha cambiato totalmente, portandomi ad un livello più alto. Quando sono stato chiamato da diversi club di Serie A sapevo che si stava presentando una grande e imperdibile occasione per me e per questo ringrazio il Mister.
PdC: Come e perché hai scelto di fare il portiere?
MM: Non l'ho scelto, è stato del tutto casuale. Durante un torneo mancava il portiere e mi hanno piazzato in quel ruolo. E' cominciato tutto così.
PdC: A che età e in quale squadra hai iniziato la tua carriera tra i pali?
MM: A 7 anni nel Torino Calcio.
PdC: Che squadra tifi? Hai un giocatore modello al quale ti ispiri?
MM: Sono milanista, ma non mi ispiro a nessuno in particolare.
PdC: Hai un programma di allenamento settimanale? In cosa consiste? Ho visto che durante l'allenamento sfruttate tecniche e schemi tratti dal basket.
MM: Si, ho un programma di allenamento ben programmato. Mi alleno 3 volte alla settimana per due ore, ma gli allenamenti variano di volta in volta. Solitamente il martedì facciamo una serie di esercizi sulla tecnica, mentre il giovedì e il venerdì solo rifiniture. E' un allenamento parecchio pesante.
PdC: Giochi a calcio per hobby?
MM: No, mai. Preferisco fare altro, come ad esempio andare in bicicletta.
PdC: Qual'è la maglia che un giorno sogni di indossare?
MM: Quelle della Juve, Barcellona o del Real Madrid.
PdC: Quale squadra, secondo te, gioca il miglior calcio in Italia? E in Europa?
MM: In Italia, in questo momento, di sicuro la Juventus. In Europa il Real Madrid.
PdC: Cosa pensi del tifo in Italia? Sapere che sugli spalti i tuoi tifosi usano violenza contro gli avversari ti metterebbe pressioni e/o paure?
MM: Si, mentre sei in campo avverti le responsabilità che hai nei confronti del tuo club, ma anche dei tuoi tifosi. Personalmente penso che l'uso della violenza, sia verbale che fisica, è totalmente da condannare e la reputo inutile.
PdC: Quale attaccante non vorresti mai trovarti davanti?
MM: Sicuramente Cristiano Ronaldo.
PdC: Ciao Manuel, Promesse del calcio ti augura una lunga carriera ricca di soddisfazioni e spera di rincontrarti presto, magari da giocatore affermato!
Promesse del calcio incontra il portiere dei "Giovanissimi Regionali A" dell'Atalanta, Manuel Minotti, talentino classe 2001, cresciuto nel Torino Club Gallarate e oggi agli ordini di mister Lorenzi, tecnico dei bergamaschi (l'intervista risale a poco tempo prima del suo trasferimento all'Atalanta).
PdC: Ciao Manuel, benvenuto a Promesse del calcio. Sappiamo che lo scorso anno hai fatto diversi provini anche con squadre importanti (tra cui Milan e Juve), ma alla fine l'Atalanta ha bruciato la concorrenza. Cosa hai provato quando hai saputo di tutta questa attenzione nei tuoi confronti?
MM: Ciao! Inizialmente non credevo di poter arrivare ad un livello simile, perché il precedente preparatore non mi ha insegnato nulla che potesse essere all'altezza di un club come l'Atalanta. Poi è arrivato Claudio Piccoli che nell'arco di 2 anni, mi ha insegnato grandi cose e mi ha cambiato totalmente, portandomi ad un livello più alto. Quando sono stato chiamato da diversi club di Serie A sapevo che si stava presentando una grande e imperdibile occasione per me e per questo ringrazio il Mister.
PdC: Come e perché hai scelto di fare il portiere?
MM: Non l'ho scelto, è stato del tutto casuale. Durante un torneo mancava il portiere e mi hanno piazzato in quel ruolo. E' cominciato tutto così.
PdC: A che età e in quale squadra hai iniziato la tua carriera tra i pali?
MM: A 7 anni nel Torino Calcio.
PdC: Che squadra tifi? Hai un giocatore modello al quale ti ispiri?
MM: Sono milanista, ma non mi ispiro a nessuno in particolare.
PdC: Hai un programma di allenamento settimanale? In cosa consiste? Ho visto che durante l'allenamento sfruttate tecniche e schemi tratti dal basket.
MM: Si, ho un programma di allenamento ben programmato. Mi alleno 3 volte alla settimana per due ore, ma gli allenamenti variano di volta in volta. Solitamente il martedì facciamo una serie di esercizi sulla tecnica, mentre il giovedì e il venerdì solo rifiniture. E' un allenamento parecchio pesante.
PdC: Giochi a calcio per hobby?
MM: No, mai. Preferisco fare altro, come ad esempio andare in bicicletta.
PdC: Qual'è la maglia che un giorno sogni di indossare?
MM: Quelle della Juve, Barcellona o del Real Madrid.
PdC: Quale squadra, secondo te, gioca il miglior calcio in Italia? E in Europa?
MM: In Italia, in questo momento, di sicuro la Juventus. In Europa il Real Madrid.
PdC: Cosa pensi del tifo in Italia? Sapere che sugli spalti i tuoi tifosi usano violenza contro gli avversari ti metterebbe pressioni e/o paure?
MM: Si, mentre sei in campo avverti le responsabilità che hai nei confronti del tuo club, ma anche dei tuoi tifosi. Personalmente penso che l'uso della violenza, sia verbale che fisica, è totalmente da condannare e la reputo inutile.
PdC: Quale attaccante non vorresti mai trovarti davanti?
MM: Sicuramente Cristiano Ronaldo.
PdC: Ciao Manuel, Promesse del calcio ti augura una lunga carriera ricca di soddisfazioni e spera di rincontrarti presto, magari da giocatore affermato!
© RIPRODUZIONE RISERVATA - 31 OTTOBRE 2014
vi dirò adesso a distanza di anni è solamente un grandissimo flop.. hai tempi lo osannavano come il nuovo buffon quando dalla sua parte aveva soltanto una altezza superiore alla media e basta... tecnica 0 spinta 0 uscite lasciamo perdere oltre ad un carattere molto brutto essendo viziato e molto antipatico, facendo il bulletto, e sentendosi superiore agli altri anche se come ripeto nessuno era e nessuno è e nessuno sarà mai.
RispondiEliminache dire ben gli stà, la lezione spero l'abbia imparata anche se ne dubito, per fortuna che ne ho avuto a che fare solamente per 1 (lungo e difficile) anno.