CON... GIANPIETRO PIOVANI - RESP. SETTORE GIOVANILE FERALPISALÓ

(di Marco Fanuli)


Appena 5 anni e mezzo di vita ed un progetto in costante crescita. Stiamo parlando del Feralpisalò, società di Lega Pro che fa del territorio la propria fortuna. Abbiamo intervistato per voi Gianpietro Piovani, ex calciatore di Brescia, Livorno e Piacenza negli anni Novanta, oggi figura di riferimento del settore giovanile dei "Leoni del Garda". (foto da feralpisalo.it)


PdC: Gianpiero Piovani benvenuto su Promesse del calcio. Parliamo un po' di lei: qual è il suo ruolo all'interno del settore giovanile del Feralpisalò?
GP: Il mio ruolo è quello di Responsabile del settore giovanile. L'anno scorso sono stato allenatore degli Allievi, abbiamo raggiunto un ottimo risultato arrivando alle finali. Quest'anno ho avuto questa chiamata dal presidente per il cambio di ruolo. C'ho pensato un attimo perché ho quasi sempre allenato e questo sarebbe stato per me un ruolo nuovo. Con il supporto di Pietro Lodi, mio secondo l'anno scorso negli Allievi e vice responsabile del settore giovanile, ho preso questa decisione e devo dire che adesso mi trovo molto bene. Ho a che fare con una società di livello, seria e importante che ha voglia di crescere.


PdC: Selezionate solo ragazzi nell'area bresciana o avete una rete di osservatori estesa in tutto il territorio lombardo? Collaborate anche con altre società?
GP: Abbiamo un osservatore di riferimento che va in giro per tutta la provincia di Brescia. Da quest'anno ci siamo spinti anche nella provincia di Bergamo perché è subentrata una collaborazione con l'Atalanta.
Lavoriamo sul territorio, con noi si allenano circa 2.000 ragazzi e da quest'anno siamo affiliati con 8 società della nostra provincia. Il nostro osservatore si sposta anche in altre realtà, soprattutto di sabato e segue soprattutto le fasce basse nelle attività di base. Invece, per quanto riguarda l'attività agonistica, preferiamo lavorare sui nostri ragazzi. A parte un paio di innesti esterni per squadra, da noi giocano solo ragazzi del territorio e questo è motivo di grande soddisfazione, perché si stanno ottenendo risultati importanti, sia a livello di educazione e sia in campo. Questo era l'obiettivo prefissato dalla società.


PdC: Il settore giovanile è in forte crescita, soprattutto la squadra Berretti sta dimostrando grande continuità nei risultati nonostante le avversarie siano storicamente più attrezzate. Qual è il loro punto di forza?
GP: Sicuramente il gruppo, allenato molto bene da un allenatore che ho scelto io: Aimo Diana. Ci somigliamo tanto come carattere, trasmette tanto entusiasmo e soprattutto tanta passione. È affiancato, come secondo, da Amadeo Cataldi, ma secondo me il punto di forza della squadra è Alfonso Esposito, preparatore atletico e uomo fidato di Aimo. Il buon rendimento dei ragazzi è sicuramente anche merito suo, ma logicamente è sempre il mister che mette in campo la squadra e dà le giuste motivazioni.


PdC: Aimo Diana e Damiano Zenoni (allenatori della Berretti e degli Allievi Nazionali) provengono entrambi da settori giovanili italiani molto importanti e prolifici come quelli di Brescia (dove ha iniziato anche lei) e Atalanta. Cosa hanno portato di nuovo al Feralpisalò della loro esperienza da calciatori?
GP: La scelta degli allenatori è stata fatta nel raggio della nostra provincia, allenatori nostrani che conoscevamo bene. Tra l'altro hanno giocato con me, quindi la selezione è stata anche più facile. So quello che possono dare e so che hanno grande entusiasmo. Hanno sposato in pieno il progetto Feralpisalò. Non è mai facile mettersi in campo e allenare bene dei ragazzi, perché al giorno d'oggi la testa dei giovani non è mai tutta uguale. Quando giocavo io avevamo il paraocchi, dovevi fare quello e basta. Adesso l'allenatore deve essere anche psicologo e fare il doppio lavoro. Sotto questo punto di vista stiamo lavorando bene soprattutto sul piano educativo anche perché è stata sempre la priorità societaria. In campo si può vincere o perdere però quando hai alle spalle una società così, diventa tutto più facile.


PdC: Vede qualche elemento interessante che farà presto parte della prima squadra?
GP: Abbiamo già 3 ragazzi della Berretti che si allenano con la prima squadra e 2 in pianta stabile: Pietro Pizza, classe '97 e Jacopo Lonardi, un classe '96 che ha già esordito in 4-5 partite. Poi abbiamo Bettazza che è un altro '96 e Giuseppe Boldini che è addirittura un classe '98. Pizza e Boldini li ho avuti anch'io lo scorso anno negli Allievi. Infine Migliorelli, da poco passato all'Atalanta, classe '98. Anche questo è motivo si soddisfazione, perché sono ragazzi che hai visto crescere e oggi si vedono i risultati. La nostra fortuna è avere una prima squadra che quasi tutte le settimane chiama a turno dei ragazzi, che si trovano a fare una bella esperienza. Mister Scienza è stato mio compagno di squadra e con lui basta uno sguardo per capire e prendere decisioni. Sta dando un segnale forte anche a noi come settore giovanile, perché vedere ogni tanto dei nostri ragazzi in prima squadra è una soddisfazione per tutti. L'obbiettivo è quello di vederli crescere nella Berretti proprio come Lonardi, per poi essere chiamati in prima squadra.


PdC: A che punto è il vostro progetto e in cosa dovete ancora crescere?
GP: Dobbiamo crescere ancora tanto, perché è da solo 5 anni che siamo nei professionisti. Siamo alle prime armi, ma avere una società solida alle spalle ti agevola tanto perché non ti mette i bastoni fra le ruote, anzi, se chiedi qualcosa cercano sempre di accontentarti e questo è molto importante per la crescita dei ragazzi nel settore giovanile.


PdC: C’è qualcosa che cambierebbe per valorizzare i settori giovanili italiani?
GP: Farei la seconda squadra come in Inghilterra, eliminando la Primavera. Alla fine è un po' la stessa cosa, ma cercherei di coinvolgere un po' di più i giovani.
In Lega Pro dovrebbero fare come in serie B, bisognerebbe mettere degli obblighi sull'utilizzo degli under per far crescere questi ragazzi. Oppure metterei 1-2 giocatori in prima squadra cresciuti nel settore giovanile, con l'obbligo di scendere in campo. Potrebbe essere un percorso di crescita importante.


PdC: Parlando della sua esperienza da calciatore, ricordiamo volentieri i suoi gol, mai banali: c’è qualche giovane che le ricorda il Piovani degli anni '90?
GP: I gol facili non sono mai stato capace di farli!
Quando allenavo in Lega Pro il Saiano, ho avuto un giocatore che adesso gioca nel Piacenza e si chiama Francesco Lisi. Era molto simile a me. Non lo lasciavo mai fuori, bravo nella fase offensiva e in quella difensiva, un ragazzo molto generoso che mi è rimasto nel cuore, tant'è che ci sentiamo ancora molto spesso. Poi per quanto riguarda il nostro settore giovanile c'è Luci, un ragazzo della Berretti che sta facendo molto bene e anche lui è stato chiamato in prima squadra. E' un brevilineo, molto bravo nell'uno contro uno sull'esterno e ricorda molto me quando giocavo.


PdC: Tornando all’attualità e ricordando che da giocatore è stato compagno di squadra di Pippo Inzaghi a Piacenza, pensa che il salto dalla Primavera alla prima squadra sia stato per lui troppo affrettato?
GP: Non direi affrettato. Adesso si dà la possibilità un po' a tutti. Lui è stato un'istituzione a Milano, quindi secondo me era la persona giusta al momento giusto. Adesso i risultati non gli stanno dando ragione perché non è più il Milan di Van Basten, di Gullit o appunto di Inzaghi. Ha in mano una squadra che non è da paragonare a quelle del passato. Ha comunque buoni elementi, ma oggi in Serie A la linea è talmente sottile che la prima in classifica può andare a pareggiare o perdere contro l'ultima. Proprio come è successo ultimamente al Milan con Sassuolo e Atalanta. Non ci sono più le squadre materasso. Quando giocavo io c'erano 4-5 squadre che dominavano e le altre dietro che cercavano di rosicchiare qualche punticino. Oggi la Juve è la più continua e secondo me vincerà lo scudetto, ma ad esempio, anche la Roma può perdere col Sassuolo.


PdC: Il nome di un giovane di cui sentiremo presto parlare?
GP: Mi piace molto Alessio Vita del Monza. Sentivo che probabilmente andrà in una squadra di B (acquistato dal Sassuolo in questa finestra di mercato e girato in prestito al Vicenza - ndr). E' un giovane esterno destro di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro. Anche se non lo conosco di persona, l'ho visto giocare un paio di volte e mi ha fatto davvero una grande impressione, sia come atteggiamento in campo che come tecnica individuale.


© RIPRODUZIONE RISERVATA  -  28 GENNAIO 2015

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