FORCING SCAMPIA - TERZA PARTE

(di Laura Soriente)



PdC: Parliamo un po' di te: quanti anni hai e da quanto tempo lavori per l'Asd Oratorio Don Guanella?

Gennaro Granato: Ho 37 anni e collaboro con loro dal 1994, anno in cui è nata l'associazione.

PdC: In cosa consistono le tue mansioni?

GG: Mi occupo principalmente dell'organizzazione delle squadre, dell'accostamento tra allenatore e ragazzi, coordinamento dei campi, capisco se una categoria può accedere a un campionato provinciale o regionale, se un ragazzo è pronto per qualche squadra di livello.

PdC: Ci dai qualche numero dell'Asd oratorio Don Guanella: quanti ragazzi allenate? A partire da quale età? Quante figure professionali ruotano intorno alla vostra realtà?

GG: Quest'anno siamo 11 categorie con la prima squadra (under 17) che milita nel campionato di promozione; abbiamo un’ulteriore squadra adulti ma di livello amatoriale pensata per chi non riusciva a entrare nei piani tecnici e tattici di livelli superiori o per qualche allenatore che voleva ancora divertirsi. Seguono i Giovanissimi regionali, 2 squadre Esordienti, 2 squadre Pulcini. Abbracciamo tutte le fasce di età dal 2007 agli over 35. Preciso che per quanto riguarda la categoria dei più piccoli (2006/2007) facciamo, per scelta, sempre due squadre in modo che tutti (25 bambini iscritti) possano giocare in egual modo a 7. Totale 250 ragazzi e nello staff circa 30 persone tra cui allenatori patentati (Uefa B e/o patentino istruttori giovani calciatori). Teniamo al patentino per garantire qualità e professionalità. Ci sono inoltre accompagnatori che si occupano dell'organizzazione maglie/trasferte/materiale di gioco. Tante figure che lavorano dietro le quinte e di grande supporto, si prendono cura della squadra anche con piccoli pensieri, tipo dopo una vittoria importante per la prima squadra (i ragazzi non percepiscono rimborsi o compensi - ndr) abbiamo fatto trovare loro la calza per il 6 gennaio con i dolci per il riconoscimento del primo anno in promozione. Siamo quinti e tutti partecipi di un piccolo miracolo calcistico.

PdC: Sei patentato Uefa B, cosa ti ha spinto a scegliere l'Asd oratorio Don Guanella anziché altre società con possibili evoluzioni professionali ed economiche più vantaggiose?

GG: Ho avute proposte ma credo in quello che faccio e penso che se i migliori vanno sempre
via non si risolverà niente. Per abbattere ci vogliono pochi secondi, la difficoltà è nel costruire. Non siamo qui per scappare. Siamo cresciuti con valori e ideali e abbiamo il compito di trasmetterli ai ragazzi che verranno.

PdC: In passato sei stato allenatore, ti manca allenare?

GG: Sì, perché è bello tenere il gruppo compatto. I ragazzi insegnano molto di più dell'allenatore. Io trasmettevo semplicemente nozioni tecniche e tattiche, donando un po' del tuo tempo hai un grande riconoscimento.

PdC: Quali sono i miglioramenti che auspichi per l'Asd?

GG: Mi auspico a un miracolo calcistico, cioè il campionato di Eccellenza, ma avendo ogni campionato un costo a cui si aggiungono le spese dei campi/trasferte/maglie è un passo che deve essere ben ponderato.

PdC: Cosa cambieresti nei settori giovanili italiani?

GG: Più che nei settori giovanili cambierei alcune regole della Serie A inserendo l'obbligo degli under (presenza obbligatoria di determinati giocatori di una precisa annata - ndr) e il limite per il numero degli stranieri. Ci sono tanti ragazzi italiani che giocano in Serie C e in Serie D di pari talento, se non superiore.

PdC: In quali squadre importanti sono approdati i vostri ragazzi più talentuosi?

GG: 4 giocatori del 2003 e 1 del 2001 sono alla Juve Stabia, qualcuno milita in Serie D (nel Francavilla o nel Campania). Noi cerchiamo di incoraggiare i talenti senza lucrarci sopra, il ragazzo di talento ha il merito di uscire da questo guscio e affrontare una nuova realtà. Non abbiamo una politica mercenaria.

PdC: Un tuo post su Facebook recita: “Nel calcio contano tanto la mentalità e la voglia di vincere, lo spirito al sacrificio, la 'fame' alla vittoria, non esiste, in sintesi, un modello vincente”. I tuoi ragazzi hanno capito il messaggio? Come prendono le sconfitte?

GG: In diversi modi: qualcuno se ne frega, altri si arrabbiano o piangono. Noi insegniamo a prendere la sconfitta come un punto di partenza poi si valutano insieme le cause degli errori. Poi, chi è più bravo vince.







© RIPRODUZIONE RISERVATA  -  19 GENNAIO 2015

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