(di Marco Fanuli - Il Fatto Quotidiano)
Sono giorni che mi chiedo cosa stia succedendo al calciomercato italiano. Poco più di un mese fa si parlava di strategie su come risparmiare e su come evitare le sanzioni del temutissimo FFP, mettendo al primo posto - ma solo a parole - la valorizzazione dei settori giovanili come unica via percorribile per rientrare nei parametri stabiliti dall'UEFA. Oggi invece le nostre società sembrano rivivere una seconda giovinezza dopo i fasti e le spese folli degli anni '80-'90 che però non sempre hanno portato del buono al nostro calcio.
La Juve, apparentemente l'unica squadra in Italia a potersi permettere spese di un certo peso, ha subito messo a segno il colpaccio Dybala versando nelle tasche del presidente rosanero (forse ancora per poco) Zamparini 32 mln + 8 di bonus e prelevato il centravanti croato Mandzukic dall'Atletico Madrid per altri 19 mln. Poi è stata la volta dell'Inter che si è aggiudicata il personale derby di mercato per il talento francese Kondogbia versando circa 38 mln al Monaco e sembra molto vicina ad altri due elementi pregiati di questo mercato estivo, Jovetic e Perisic valutati entrambi circa 20 mln. Milan che non è rimasto a guardare e ha chiuso, nel giro di pochi giorni, 2 importanti trattative per una cifra complessiva di circa 50 mln: 20 per il romanista - di passaggio - Bertolacci e 30 per pagare la clausola rescissoria che legava l'attaccante colombiano Bacca al Siviglia. Ora invece testa al talento giallorosso Romagnoli, valutato dalla Roma 30 mln e probabilmente miglior centrale difensivo italiano under 21 insieme allo juventino Daniele Rugani.
Mentre il Napoli incomincia a muovere il proprio mercato in entrata, le romane e la Fiorentina (troppo impegnata sul fronte Salah) sono ancora in fase di progettazione. Sempre molto attivo il Genoa soprattutto in uscita, mentre il Torino si fa bello e giovane rivoluzionando il centrocampo con un pokerissimo di ragazzi come Obi, Acquah, il rientrante Benassi e gli atalantini Zappacosta e Baselli, tutti giocatori under 23 e tutti con margini di miglioramento davvero ampi. A mio avviso il miglior mercato di tutta la Serie A fino ad oggi.
Le trattative andate in porto questo primo mese di calciomercato hanno visto protagoniste le nostre squadre più titolate, preoccupate innanzitutto di farsi belle all'occhio critico di tifo e stampa e dimostrando, a suon di milioni, un disperato bisogno di sentirsi grandi al cospetto dell'Europa. Così i tanto elogiati talenti dei campionati Primavera e Allievi (che dal prossimo anno prenderà il nome di Campionato Nazionale Under 17) sono ritornati anche per quest'anno nel dimenticatoio. Ed è così che molti ragazzi saranno costretti a trovar fortuna altrove come già accaduto per il sopracitato Benassi, per l'ex canterano juventino e neo acquisto della Roma Iago Falque o per il grande rimpianto del Milan Matteo Darmian, prossimo esterno destro del Manchester Utd.
Se il modello Barcellona - il più vincente degli ultimi anni - è quello da seguire, allora credo che la strada intrapresa dalle nostre big non è proprio la più sensata. Pagare decine di milioni per ragazzi poco più che ventenni è da considerarsi una sconfitta per il proprio vivaio.
Negli ultimi anni gli investimenti nei settori giovanili italiani sono sicuramente aumentati, ma se non si dà seguito ad un progetto che ne esalti il lavoro dando a questi giovani atleti la possibilità di crescere e fare esperienza in prima squadra, allora difficilmente vedremo gente come Messi, Iniesta, Xavi, Puyol e Busquets (solo per fare qualche esempio) diventare la futura spina dorsale dei nostri club e dominare per anni in Europa. Ovviamente spero di sbagliarmi.
Sono giorni che mi chiedo cosa stia succedendo al calciomercato italiano. Poco più di un mese fa si parlava di strategie su come risparmiare e su come evitare le sanzioni del temutissimo FFP, mettendo al primo posto - ma solo a parole - la valorizzazione dei settori giovanili come unica via percorribile per rientrare nei parametri stabiliti dall'UEFA. Oggi invece le nostre società sembrano rivivere una seconda giovinezza dopo i fasti e le spese folli degli anni '80-'90 che però non sempre hanno portato del buono al nostro calcio.
La Juve, apparentemente l'unica squadra in Italia a potersi permettere spese di un certo peso, ha subito messo a segno il colpaccio Dybala versando nelle tasche del presidente rosanero (forse ancora per poco) Zamparini 32 mln + 8 di bonus e prelevato il centravanti croato Mandzukic dall'Atletico Madrid per altri 19 mln. Poi è stata la volta dell'Inter che si è aggiudicata il personale derby di mercato per il talento francese Kondogbia versando circa 38 mln al Monaco e sembra molto vicina ad altri due elementi pregiati di questo mercato estivo, Jovetic e Perisic valutati entrambi circa 20 mln. Milan che non è rimasto a guardare e ha chiuso, nel giro di pochi giorni, 2 importanti trattative per una cifra complessiva di circa 50 mln: 20 per il romanista - di passaggio - Bertolacci e 30 per pagare la clausola rescissoria che legava l'attaccante colombiano Bacca al Siviglia. Ora invece testa al talento giallorosso Romagnoli, valutato dalla Roma 30 mln e probabilmente miglior centrale difensivo italiano under 21 insieme allo juventino Daniele Rugani.
Mentre il Napoli incomincia a muovere il proprio mercato in entrata, le romane e la Fiorentina (troppo impegnata sul fronte Salah) sono ancora in fase di progettazione. Sempre molto attivo il Genoa soprattutto in uscita, mentre il Torino si fa bello e giovane rivoluzionando il centrocampo con un pokerissimo di ragazzi come Obi, Acquah, il rientrante Benassi e gli atalantini Zappacosta e Baselli, tutti giocatori under 23 e tutti con margini di miglioramento davvero ampi. A mio avviso il miglior mercato di tutta la Serie A fino ad oggi.
Se il modello Barcellona - il più vincente degli ultimi anni - è quello da seguire, allora credo che la strada intrapresa dalle nostre big non è proprio la più sensata. Pagare decine di milioni per ragazzi poco più che ventenni è da considerarsi una sconfitta per il proprio vivaio.
Negli ultimi anni gli investimenti nei settori giovanili italiani sono sicuramente aumentati, ma se non si dà seguito ad un progetto che ne esalti il lavoro dando a questi giovani atleti la possibilità di crescere e fare esperienza in prima squadra, allora difficilmente vedremo gente come Messi, Iniesta, Xavi, Puyol e Busquets (solo per fare qualche esempio) diventare la futura spina dorsale dei nostri club e dominare per anni in Europa. Ovviamente spero di sbagliarmi.
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Non saremo mai numero uno nel mondo del calcio, abbiamo tanti, troppi interessi economici da difendere. L'unica cosa che gli addetti ai lavori sono in grado di osservare, sono le puntate di Beautiful, non cerca nei campi di calcio delle serie minori, troppi affaristi in giro. Gli sponsor la fanno da padroni, verso una grossa cifra nella tua squadra e tu fai giocare chi dico io, ora la nuova figura dello scouting, prezzolato pure lui, decide chi vive e chi muore. Le grosse squadre hanno un vivavio talmente ampio da non avere spazio nemmeno negli spogliatoi, allora cosa fanno? scelgono le squadre di serie D, le pagano per far giocare qualche ragazzo e quindi perchè una squadra minore dovrebbe comprare il cartellino di un giovane promettente? Il carissimo Antonio Cassano diceva che, nel Bari, giocavano i figli di quelli che avevano il supermercato o il fruttivendolo perchè mandavano la spesa dal mister. Fa tenerezza, se fosse rimasta questa abitudine ci sarebbero molti più "Cassano" e meno bluff sui campi di calcio. Non sono fiduciosa, sarò per l'esperienza diretta, però molto possono fare gli allenatori, la carta stampata, i dirigenti onesti che non hanno più voglia di piegarsi alla logica del dio denaro. L'arrivo di Ringhio Gattuso al Pisa è una buona notizia, chissà forse la sua schiettezza in campo potrà iniziare a cambiare le cose
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