CON... ERNESTO SALVINI - DIRETTORE GENERALE FROSINONE CALCIO

(di Marco Fanuli)



Serie A, calciomercato e vivai. Tutto questo nell'intervista esclusiva di Promesse del calcio a Ernesto Salvini, direttore generale e responsabile tecnico del settore giovanile del Frosinone Calcio. Autorità competente ed equilibrata, viene considerato da molti, tra i principali artefici della doppia promozione dei gialloblu in Serie B e in Serie A.    



PdC: Promesse del calcio le dà il benvenuto. Innanzitutto complimenti per il lavoro svolto fino ad oggi in società e per il modo in cui porta avanti il progetto Frosinone. Lo scorso anno ha anche ricevuto il premio "Maurizio Maestrelli" grazie alla competenza, alla correttezza e ai risultati ottenuti. Cosa ha significato per lei questo riconoscimento? 

ES: Innanzitutto mi piace ricordare la causa per cui è stato istituito questo premio: quando si ha la possibilità di non dimenticare certe personalità è sempre bello e ammirevole. Per me è stato il coronamento di un percorso che a livello di settore giovanile ha dato i suoi frutti, non soltanto qui a Frosinone, ma anche nelle passate esperienze. Tutto ciò che è riconducibile al settore giovanile lo apprezzo più di ciò che riguarda la prima squadra, perché è un ambito a cui mi sono sempre dedicato con amore e per cui ho dedicato tutta la mia vita calcistica. Io dico sempre: "Il settore giovanile è un piacere, il resto è lavoro".

PdC: Tante soddisfazioni in questi anni di Frosinone e adesso anche la prima storica promozione in Serie A. Come si affronta la prossima stagione dal punto di vista emotivo, ma anche tecnico?

ES: Sia per me che per la società è un pianeta inesplorato. È vero che il Frosinone ha già disputato 6 campionati di Serie B, però è anche vero che adesso è tutto in evoluzione e che quindi non abbiamo avuto neanche il tempo di ambientarci lo scorso anno in B - con annessi e connessi - che ci siamo trovati catapultati nella massima serie. Con i problemi relativi all'impiantistica e a tutto un mondo completamente nuovo, credo che l'unico fattore affrontabile con la massima serenità sia quello tecnico. Parto dal presupposto che si può essere dilettanti nei professionisti e professionisti nei dilettanti, quindi sono certo che lavorando bene con coscienza e capacità, si possono imporre le proprie idee e ottenere dei risultati in ogni categoria. Abbiamo avuto la fortuna di mantenere una rosa di partenza che abbiamo arricchito attraverso una ricerca che si basava su quello che secondo noi andava migliorato, anche attraverso giocatori di esperienza. Il fatto di aver formato in casa dei ragazzi e di avere una rosa relativamente giovane, ci ha consentito di non trovarci spiazzatidi avere una buona base di partenza che verrà arricchita senza esagerazioni, perché non vogliamo sconvolgere il discorso tecnico-tattico e lo spirito che ci ha portato fin qui.


PdC: I prestiti di Daniele Verde e di Nicola Leali dimostrano la grande attenzione della società verso i giovani. Ci saranno altre operazioni in entrata di questo tipo? 
ES: A questo punto del mercato mi piacerebbe poter fare un investimento. Non vogliamo avere una rosa al 50% formata da prestiti, perché abbiamo giocatori importanti sia in prospettiva e sia di proprietà. Qualche prestito lo possiamo tranquillamente sostenere, perché risponde sempre ad un target giovane e con cui ci piace lavorare. Però adesso ci manca la perla, un attaccante che possa rappresentare anche un investimento per il futuro.

PdC: La promozione in A potrà dare forti motivazioni e visibilità anche a tutto il settore giovanile. Quali sono gli obbiettivi fissati per la prossima stagione?  

ES: Quando nel 2007 sono arrivato qui a Frosinone era ancora tutto da ricostruire. In poco tempo siamo arrivati a partecipare alle fasi finali del campionato Giovanissimi e poi con gli Allievi Nazionali, investendo per quello che era nelle nostre possibilità, una società con un bacino d'utenza non eccezionale. Nonostante ciò abbiamo fatto un buon lavoro di rastrellamento che ci ha consentito di trovare e lavorare con giovani campioni. Non credo sia da tutti i giorni far esordire in Serie A 3-4 giocatori prodotti nel proprio vivaio e credo che di questo bisogna essere fieri. È chiaro che quando nel 2009/10 siamo retrocessi, è diminuito anche il budget messo a disposizione per il settore giovanile. Lo scorso anno, per noi, è stato un anno sperimentale perché non abbiamo avuto troppo tempo per programmare un lavoro particolarmente soddisfacente. Quest'anno invece in 9 mesi abbiamo potenziato la nostra rete di scouting e abbiamo avuto "poli" in tutta Italia a nostra disposizione. Il nostro primo obbiettivo è quello di cercare e valorizzare i calciatori italiani. Questa ricerca ci consentirà di disputare campionati di livello più alto e con più qualità rispetto al passato, ma sopratutto ci consentirà di lavorare sui nuovi Paganini, Gucher, Altobelli, Gori, ecc.

PdC: Quindi per quanto riguarda l'attività di scouting, puntate soprattutto sulle risorse del territorio o guardate allo stesso modo anche al resto dell'Italia? 

ES: Il nostro territorio offre pochissimo, perché ha un bacino di utenza di circa 46.000 abitanti. In tutto il Lazio, invece, abbiamo una rete di osservatori abbastanza fitta e un polo autorizzato, credo che siamo i primi ad averlo introdotto. Questo non significa avere affiliazioni, ma appunto un polo che cerca di radunare i migliori calciatori della zona di competenza e che lavora esclusivamente per noi, quindi col marchio del Frosinone Calcio. Ne abbiamo uno per le 4 province laziali e altri 4 a Roma, per un totale di 8. Poi abbiamo 14 osservatori che lavorano nel nostro territorio, ma che coprono anche ogni regione italiana. Lavoriamo a fari spenti in tranquillità, evitando di partecipare ai maxi raduni che ormai sono diventati consuetudine in Italia. Ci piace toccare con mano tutto quello che ci viene segnalato, tant'è vero che quest'anno ci saranno in convitto una cinquantina di ragazzi tra Allievi, Giovanissimi e Primavera. Questo significa che abbiamo lavorato bene in tutta Italia.

PdC: La guida tecnica della Primavera sarà affidata a mister Federico Coppitelli, fresco Campione d'Italia con la Roma nel Campionato Allievi Nazionali. Quanto è importante il suo approdo al Frosinone e cosa potrà dare in più a questi ragazzi?

ES: Federico a livello professionistico è nato qui a Frosinone, quindi il suo non è altro che un ritorno. Lo abbiamo lanciato noi con i Giovanissimi Nazionali quando ci fece accedere al famoso Torneo Nike, dove approdano soltanto le prime classificate di ogni girone ed è stata per noi una grande soddisfazione. Ci siamo lasciati 4 anni fa con la promessa che quando sarebbero maturati i tempi sarebbe ritornato ed oggi i tempi sono maturati. Su di lui ci sono grandissime aspettative, ma quello che gli viene chiesto è di valorizzare il materiale che ha a disposizione. Poi la posizione in classifica ci interessa poco, l'importante è poter fare affidamento in futuro, su calciatori che oggi sono in Primavera. La soddisfazione di alzare qualche trofeo ce l'abbiamo già avuta, ma non c'è soddisfazione più grande di vedere un giovane, preso magari a 14 anni, esordire in serie A. 

PdC: Quindi pensa che nel corso della stagione ci possa essere spazio anche per qualche ragazzo della Primavera?

ES: Questo è un anno importante per capire se abbiamo lavorato bene. Lo scorso anno fa poco testo, perché siamo partiti in ritardo e non abbiamo potuto svolgere un lavoro assiduo e particolarmente capillare. Quest'anno abbiamo cominciato a investire e a infoltire il vivaio a livello qualitativo. Quindi adesso mi sembra precoce dire che dal prossimo anno ci sarà qualche ragazzo pronto per la prima squadra. Però formare qualche giocatore importante all'interno del nostro vivaio rimane l'obiettivo primario.


PdC: Per concludere le chiedo: cosa cambierebbe nella gestione dei settori giovanili italiani?
ES: Sotto questo aspetto sono sempre in polemica col mondo. In futuro vorrei diventare il presidente del settore giovanile nazionale per un paio d'anni in modo da abbassare l'età delle categorie, cioè fare in modo che i calciatori all'ultimo anno di Allievi diventino Primavera, perché è assurdo vedere ancora giocatori ventenni partecipare ai campionati giovanili. Quindi se dovessi trovare una cosa da migliorare, fermo restando che ce ne sarebbero tante altre, ripeto che abbasserei l'età della categoria Primavera e di conseguenza anche quelle degli Allievi. Credo che in Primavera debbano giocare ragazzi di 16 anni compiuti, in modo che a 18 anni o sei dentro o sei fuori.



© RIPRODUZIONE RISERVATA  -  20 LUGLIO 2015
(Foto da frosinonecalcio.com)







Commenti

  1. Frosinone tra le squadre si Serie A più penalizzate dagli errori arbitrali...

    http://www.statistiche-lotto.it/paddypower-classifica-senza-errori-arbitrali-serie-a/

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