CON... FRANCESCO PANUCCI - A.C. BRESSANA

(di Mauro Migliavacca - La testa nel Pallone)


Francesco Panucci, alfiere dell'A.C. Bressana (Campionato di Promozione) racconta la sua personalissima esperienza che lo ha portato, nel giro di poche settimane, dai rettangoli di gioco alla panchina a tempo pieno, conseguenza di una dolorosa fatalità. Un ruolo - quello di allenatore dei più piccoli - che non sembra per niente disprezzare, ma che al contrario, sta riscoprendo molto gratificante.


PdC: Francesco, il Bressana aveva iniziato il campionato in maniera roboante con la vittoria di Varzi. Poi cos’è successo?
FP: Siamo una squadra giovane, abbiamo cambiato molto e adesso dobbiamo lavorare sempre di più perché, di base, siamo quelli visti a Varzi.


PdC: Sei uno dei volti nuovi degli arancioni: come ti sei inserito nel gruppo Bressana?
FP: A Bressana c’ero già stato 3 anni fa, trovandomi molto bene. Adesso mi trovo di nuovo bene, sia con i “vecchi” che con i nuovi compagni: sappiamo di essere un gruppo con grande qualità.

PdC: Arriviamo a quella fatidica domenica, quella del tuo infortunio: hai percepito fin da subito che si trattava di qualcosa di serio?
FP: Ho capito subito che mi era successo qualcosa di grave. La dinamica è stata chiara: sul rinvio del portiere il giocatore avversario è arrivato da dietro e mi ha tirato una "puntata" sul tendine d’Achille. Ho sentito subito un dolore molto forte. La cosa che mi è dispiaciuta di più è che non mi ha nemmeno chiesto scusa, alla fine parliamo sempre del campionato di Promozione non della serie A. Questi infortuni possono compromettere anche la vita lavorativa.

PdC: Cosa ti dà la forza per tornare al più presto in campo?
FP: Io sono uno che non molla mai. Ho dovuto affrontare problematiche ben più serie di questo infortunio e non sarà un calcio a fermarmi. Ho instaurato, nel corso degli anni, rapporti nel mondo calcio e non, che mi danno la forza per andare avanti.



PdC: Tu sei anche un allenatore: cosa cerchi di trasmettere ai bambini?
FP: Rispetto nei confronti di tutti, passione e amore verso il gioco del calcio, che per me, è il più bello del mondo. Faccio loro da guida nelle difficoltà ed è molto bello vedere che sono diventati più tosti e che non mollano mai.

PdC: Come ti rapporti con i loro genitori?
FP: Ogni genitore vuole il meglio per il proprio figlio. Ho avuto la fortuna in questi 3 anni di trovare genitori intelligenti e anche quest’anno è stato così.

PdC: Qual è la soddisfazione più grande che ricevi dai tuoi giocatori?
FP: Ci sono ragazzini di 10\12 anni che mi seguono in tutto quello che cerco di insegnargli e con loro anche i genitori. Poi si può vincere o perdere, ma non deve mai mancare l’impegno.

PdC: Più forte la gioia per un tuo gol o per la vittoria dei tuoi ragazzi?
FP: Sono due gioie diverse e la prima è maggiore se porta i 3 punti per la squadra. Nell’altra il piacere di vedere vincere i tuoi ragazzi non ha prezzo, ti dà un emozione davvero molto grande vederli vincere. Io sono contento della mia squadra sotto tutti i punti di vista.

PdC: Francesco, cosa ti auguri per il Bressana in Promozione e per i ragazzi che alleni?
FP: Per la prima squadra di crescere sempre di più. I miei ragazzi si meritano il meglio sempre, perché hanno grandi qualità e grandissimi margini di crescita.


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