CON... MATTIA SENO - DIFENSORE GENOA U17

(di Mauro Migliavacca - La testa nel Pallone)



Giovane, anzi giovanissimo, ambizioso e di belle speranze. Stiamo parlando del classe 2000 Mattia Seno, promettente difensore del vivaio del Genoa proveniente dal Liventina, società che ha dato i natali calcistici agli U21 Kingsley Boateng e Cristante, e al capitano viola Manuel Pasqual
Oggi Mattia gioca sotto età nell'U17 del Grifone e ci racconta la sua personale esperienza da promessa del calcio dopo l'approdo in Liguria, le convocazioni in Nazionale U16 e la finale di Manchester in Premier Cup - persa - lo scorso 23 luglio.


PdC: Ciao Mattia, come ti trovi al Genoa e come sta andando la stagione?
MS: Nel Genoa mi trovo molto bene. Credo che sia un club che faccia crescere e ben sperare i giovani.

PdC: Cosa ti aspetti da questa stagione sia per te che per la tua squadra?
MS: Mi aspetto una stagione piena di vittorie con l’obiettivo di vincere il titolo italiano. Riguardo me, spero di essere sempre convocato in Nazionale e di giocare sempre con ragazzi di un anno più grandi di me.

PdC: Hai detto di aver già indossato anche la maglia della Nazionale: che sensazioni hai provato?
MS: Indossare la maglia del mio Paese è un esperienza unica che capita a pochissimi ragazzi, quindi spero di continuare ad indossarla per provare sempre queste emozioni.


PdC: Sei giovane, ma hai già un discreto bagaglio di esperienza. Dove però senti di dover ancora crescere?
MS: Ci sono ancora molte cose in cui devo crescere, sia mentalmente che tatticamente.

PdC: Chi è il tuo modello sportivo?
MS: Il mio modello, che seguirò sempre, è Sergio Ramos.

PdC: Se ti proponessero un'esperienza all’estero come reagiresti? La valuteresti oppure no?
MS: Senz'altro andare lontano da casa, ma sempre rimanendo in Italia è già un'esperienza difficile. Andare all’estero lo sarebbe ancora di più. Quindi sarebbe un'offerta da valutare sotto ogni aspetto.

PdC: Mattia come sei fuori dal rettangolo di gioco?
MS: Credo di essere un ragazzo gentile e simpatico, che si fa voler bene e aiuta molto gli altri.

PdC: Si sa che il calcio porta a fare molto sacrifici. Ti è mai pesato vedere i tuoi amici uscire a divertirsi mentre tu rimani a casa perché il giorno dopo hai una partita?
MS: Se non altro, fare questo sacrificio porta a qualcosa. Comunque vedere i miei amici uscire mi rende un po’ invidioso, ma loro non avranno mai le soddisfazioni - sportive - che ho avuto io e quindi penso che alla fine saranno loro a invidiare me, con tutto il rispetto ovviamente.



PdC: Pesa di più la gloriosa maglia del Genoa o quella della Nazionale italiana?
MS: Sono due maglie molto gloriose, entrambe con grandi storie. Però la maglia della Nazionale è sempre quella della Nazionale e significa rappresentare il proprio Paese. E poi vuol dire che sei tra i primi 30 più forti della tua età in tutta Italia.

PdC: Mattia, qual è il tuo sogno nel cassetto legato al calcio?
MS: Sicuramente è quello di diventare un calciatore di alto livello. Io punto a questo, ma se non sarà così, rimarrà sempre una bella esperienza che non dimenticherò mai, perché mi ha aiutato a crescere e a maturare più velocemente sotto tutti i punti di vista.



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