IL CASO MASTOUR: CALCIATORE O FREESTYLER?

(di Marco Fanuli - Il Fatto Quotidiano)









Avete mai sentito parlare del francese Séan Garnier o del polacco Paweł Skóra? Forse, o forse no. Eppure sono ragazzi famosi in tutto il mondo per come accarezzano e fanno danzare il pallone tra i piedi, numeri che forse neanche l'ultimo Cristiano Ronaldo formato Europeo (ovviamente finale a parte) riuscirebbe a concepire.
L'unico problema è che, se inseriti in un classico rettangolo verde, difficilmente risulterebbero funzionali al gioco di squadra e poche sarebbero le loro occasioni per risolvere circostanze complicate attraverso giocate virtuose. Ecco spiegato il motivo per cui questi due atleti, nonostante le indiscusse doti fisiche ma soprattutto tecniche, non sono di certo diventati famosi per aver vinto campionati o coppe, ma "solo" per essere i migliori freestyler al mondo.

Due galassie che potrebbero sembrare compatibili e che invece difficilmente trovano un punto d'incontro se non attraverso la contemplata sfera. Ma c'è un ragazzo che da diverso tempo prova a coniugare la disciplina del calcio con quella del freestyle: Hachim Mastour. Di lui se ne parla ormai da diversi anni, da quando il Milan, rapito dai numeri che l'ancora tredicenne Hachim esibiva nel settore giovanile della Reggiana, bruciò la concorrenza dei cugini nerazzuri, mettendo il ragazzo di origini marocchine sotto contratto.



Dai Giovanissimi agli Allievi, fino ad arrivare in prima squadra già con Allegri, Seedorf e infine Inzaghi, passando per la Primavera proprio di Superpippo l'anno prima. Ma dopo la stagione d'esordio in maglia rossonera (dove effettivamente fece la differenza con i Giovanissimi Nazionali) il suo talento - inteso come concretezza in campo - subì una netta flessione. Con la Primavera di Inzaghi solo 2 comparse (in verità anche per colpa di qualche guaio fisico di troppo) per un totale di 22 minuti. Con quella di Brocchi qualcuna in più (8 presenze), ma sempre troppo poche per poter ambire ad un posto fisso nella rosa della prima squadra. Poi la decisione di mandarlo in prestito al Malaga la scorsa stagione per farlo maturare definitivamente. Ma anche questa volta la scelta non è stata delle migliori: 5 minuti in Liga e poi il nulla.


Oggi per fortuna c'è ancora chi è pronto a scommettere sulle sue qualità da calciatore e non solo da promettente freestyler, capace di far arrossire monumenti del calcio moderno come C. Ronaldo e Neymar in una sfida all'ultimo palleggio. All'età di 18 anni la sua nuova avventura si chiama PEC Zwolle, formazione dell'Eredivisie olandese, dove cercherà di liberare tutto il proprio talento in un campionato che nel recente passato ha dimostrato di poter recuperare giocatori demotivati o ai margini della Serie A, come nel caso del neo Paperon de' Paperoni Pellè o dell'ex bianconero Elia. Adesso è il turno del giovane Hachim: dimostrare di essere ancora un calciatore oppure cavalcare l'onda di un inaspettato successo, sempre col pallone tra i piedi, ma senza compagni da servire.



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