CON... MARCO GHIROTTO - ALLENATORE LATINA PRIMAVERA

(di Marco Fanuli)



Il Latina Primavera può considerarsi la vera novità nei piani alti del Campionato Primavera 2016/17 Girone A. Come lo scorso anno, un avvio di campionato sorprendente e tante note liete nella rosa a disposizione di mister Marco Ghirotto, che coltiva la speranza di proseguire il resto della stagione a questi livelli. Proprio con lui abbiamo parlato degli obiettivi e soprattutto dei ragazzi della Primavera nerazzurra. Pensieri e parole del mister, nell'intervista esclusiva su Promesse del Calcio.



PdC: Secondo anno consecutivo sulla panchina del Latina Primavera e prestazioni molto incoraggianti dal punto di vista dei risultati, ma anche individuale. Quanto è soddisfatto di questa prima parte di stagione?
MG: Sono soddisfatto perché il collettivo sta rispondendo bene, ottenendo buoni risultati sul campo che aiutano a lavorare in tranquillità durante la settimana e far crescere individualmente questi ragazzi. Inoltre siamo soddisfatti della nostra attuale classifica; una situazione che potrebbe assumere un aspetto funzionale e propedeutico anche per il loro inserimento in Prima squadra. 

PdC: Poi la vittoria contro il Napoli e quella nel derby contro Lazio ha sicuramente aumentato l'autostima dei ragazzi. Quanto è importante l'aspetto emotivo a questa età?
MG: Molto. Nel Latina Calcio ho maturato un'esperienza di 58 panchine in Prima squadra - in tutte le categorie - e più di 500 nel settore giovanile. Quindi sono in società da 11 anni e nell'allenare la seconda squadra - Berretti o Primavera - ho capito che l'aspetto mentale è molto importante proprio nel momento della formazione del ragazzo. Si lavora sulla tecnica, sulle situazioni di gioco e sulle individualità, ma l'aspetto psicologico ed emotivo sono per me fondamentali. 



PdC: Credo ci sia molta comunicazione tra lei e la nuova dirigenza. Volevo chiederle quindi, che tipo di programmazione è stata fatta nel settore giovanile e per la Primavera in particolare?
MG: Proprio pochi giorni fa abbiamo vissuto il cambio di proprietà, con l'uscita di scena del nostro storico presidente Pasquale Maietta e di Antonio Aprile (socio di minoranza), che dal 2007 ad oggi hanno portato il Latina alle soglie della Serie A. Eravamo partiti con un blocco dei classe 2000 molto importante, dove abbiamo investito molto del nostro tempo. Se riusciamo a portare avanti questi ragazzi - attualmente impegnati con l'U17 - che conosco molto bene in quanto 3 anni fa gli ho allenati e portati alle finali scudetto (eliminati poi dal Milan), penso che nei prossimi 2 anni possiamo ritrovarci 4-5 ragazzi di prospettiva molto interessanti.  

PdC: Invece che tipo di comunicazione ha con lo staff della Prima squadra? Pensa che la Primavera - già da quest'anno - possa portare nuova linfa alla squadra di Vincenzo Vivarini?
MG: Servirebbe quella dose di coraggio in più che però spesso è data dalla tranquillità in classifica. È sempre facile esprimersi dicendo di dare più spazio ai giovani, ma poi bisogna fare i conti con le circostanze. Noi abbiamo qualche giovane interessante. Alcuni sono nella rosa della Prima squadra già dalla passata stagione, altri hanno anche esordito qualche minuto. Quindi alla luce di questi risultati possiamo dire che il nostro lavoro sta procedendo bene e nella giusta direzione.
Però, come detto prima, servirebbe una classifica migliore anche per non caricare eccessivamente questi ragazzi di aspettative.



PdC: Parliamo adesso di numeri 1: lo scorso anno ci fu l'exploit di Federico Sottoriva, ma quest'anno tra i pali troviamo spesso l'ex Roma Andrea Bartolameotti. Pregi e difetti di questi 2 ragazzi.
MG: Federico Sottoriva è solo un classe '99, già un veterano della Primavera e terzo portiere della Prima squadra. È un ragazzo di valore, ma troppo razionale e poco "scemo" (detto in modo affettuoso - ndr) per fare il portiere: questo è il suo difetto.
Andrea Bortolameotti è un classe '98 con già esperienza in Serie D. Un calciatore molto interessante col giusto mix tra razionalità, freddezza, pazzia e fisicità. Un identikit ideale per un portiere. Mi accorgo della sua bravura anche da come la linea difensiva avanza o si abbassa, a dimostrazione della fiducia della squadra nei suoi confronti.

PdC: Senza togliere niente al resto della rosa a sua disposizione, ma l'attacco composto da Di Nardo, Rodriguez e Varriale, sembra essere quest'anno molto affiatato. Soprattutto l'attaccante uruguaiano (proveniente dal Montevideo Wanderers, stessa squadra che ha dato i natali calcistici a Lucas Torreira) sembra particolarmente ispirato. Dove può arrivare questo ragazzo e in che zona del campo lo vede meglio?
MG: Rodriguez può agire tranquillamente da prima punta anche se alla vista può destare qualche dubbio per via della sua altezza. Chi lo conosce bene sa che può tenere molto impegnati i centrali difensivi e fare a sportellate tutta la partita. Non teme niente, un uruguaiano vero, "ignorante" al punto giusto per fare questo ruolo. Generalmente lo faccio giocare in coppia col capitano Antonio Di Nardo, perché sono 2 giocatori che si completano a vicenda. Può anche partire largo sacrificandosi quando necessario. La sua principale caratteristica: quando riceve palla gli avversari vanno veramente in affanno nel tentativo di togliergliela dai piedi e sono costretti a raddoppiare la marcatura, anche perché è molto forte fisicamente, cattivo e determinato. Un calciatore importante al pari di Di Nardo: insieme sono davvero molto pericolosi. 



PdC: Quali sono gli obiettivi stagionali del Latina Primavera?
MG: La nostra Primavera è sempre costruita con una base fatta di svincolati delle altre società (Roma, Lazio e Napoli su tutte). Noi "raccogliamo" questi calciatori sfruttando quindi gli errori e le decisioni delle altre società. Ad esempio Maciucca ('96) adesso è in Prima squadra e con un contratto da professionista. L'obiettivo è sempre quello di far crescere il calciatore, ma adesso c'è anche la classifica da guardare. Lo scorso anno eravamo nella stessa e identica posizione di classifica di adesso, ma poi c'è stato uno smantellamento della rosa. Speriamo quest'anno non accada e che la rosa possa rimanere il più possibile immutata, perché con questo gruppo possiamo veramente ripetere le buone prestazioni del girone d'andata. 

PdC: Per concludere una domanda di rito: quali modifiche introdurrebbe per migliorare il settore giovanile italiano? Pensa ci sia ancora molta distanza - a livello qualitativo e delle metodologie - rispetto al resto d'Europa?
MG: Penso di essere molto preparato a questa domanda. Le faccio quest'esempio: tanti anni fa vedevamo cinesi e giapponesi fotografare qualsiasi cosa senza capirne bene il motivo, pensando fossero normali turisti. Poi scoprimmo che erano diventati fenomenali a copiare le nostre cose, a riprodurle in patria e a rivenderle a prezzi minori, diventando così padroni del mercato mondiale. Detto ciò, noi dovremmo agire in modo simile: andare in Olanda - che secondo me, per organizzazione, è alla base di tutto il sistema calcistico - cercando di copiare i sistemi di allenamento e di organizzazione di questi club. Ma ci sfugge comunque un passaggio. Gli allenatori dei settori giovanili sono più retribuiti di quelli delle prime squadre, in pratica i migliori e i più capaci sono alla base del sistema. In Italia, invece, si cercano spesso allenatori che siano dipendenti pubblici - quindi liberi dalle h.14 in poi - e dotati di una monovolume per portare parte della squadra in trasferta, cercando di rientrare nei budget risicati destinati ai settori giovanili. Praticamente l'opposto di quanto avviene in Olanda.



©RIPRODUZIONE RISERVATA - 9 GENNAIO 2017
(foto da gazzettaregionale.it
e uslatinacalcio.it)

Commenti

  1. Falso come una banconota da 3 euro, hai fatto la fine che ti ho augurato... te saludi Mourinho dei poveri!

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