SI PUÒ MIGLIORARE IL SETTORE GIOVANILE ITALIANO? - PARTE II

di Marco Fanuli

Nella PARTE II della nuova rubrica di Promesse del Calcio dedicata ai vivai italiani, i consigli e le idee di Pietro Fusco, Mauro Borghetti e Cristian Cantarelli su come migliorare la qualità dei nostri settori giovanili.
 
Pietro Fusco (Responsabile del settore giovanile - Spezia)
"A volte ci spostiamo nell'ipocrisia. In Italia abbiamo un meccanismo obsoleto nel senso che finché non entriamo nelle scuole e finché non tuteliamo la crescita individuale dei ragazzi, invece di pensare esclusivamente al risultato della società, rimarremo sempre indietro.
Secondo me, sono poche le ore di allenamento, quindi abbiamo difficoltà oggettive e soltanto l'inserimento nelle scuole potrebbe facilitare la crescita tecnica dei ragazzi. Poi è fondamentale fare un percorso di ulteriore maturazione, una sorta di "master post diploma". 
La Seconda squadra, quindi, diventa fondamentale nelle società. A volte i ragazzi non sono subito pronti, perché hanno processi di crescita completamente diversi tra loro. Bisogna avere pazienza, altrimenti diventa difficile per tutti."


Mauro Borghetti (Responsabile del settore giovanile - Novara)
"Non è facile stabilire cosa andrebbe migliorato. Oltre alle persone che gestiscono, responsabili, dirigenti e allenatori, nel settore giovanile italiano c'è bisogno di strutture più adeguate. Anche lo staff medico deve essere all'altezza di poter gestire un gruppo di ragazzi che fanno attività sportiva e che hanno bisogno di spazi e di essere seguiti. Penso che bisogna partire da questi principi, ragionando sul fatto che poi questi ragazzi avranno un contesto dove poter crescere e di conseguenza le persone che li gestiscono potranno avere richieste e pretese sulle loro prestazioni. Spesso si chiede a questi ragazzi risultati immediati, ma poi vedi campi di allenamento e spogliatoi non all'altezza, oppure capita che un ragazzino con un problema fisico ci mette 3 mesi prima di fare un esame clinico, causando giustamente anche il malumore della famiglia. Purtroppo quando delle società devono ridurre i costi, per prima cosa tagliano i fondi al settore giovanile, perché è qualcosa di poco eclatante. Io partirei dal risolvere quest'aspetto. Nel nostro piccolo abbiamo avuto soddisfazioni sportive e raggiunto risultati pieni con due categorie, cercando sempre di essere a disposizione dei nostri ragazzi, con un centro sportivo che ci permette di gestire tutte le attività. Tutte le nostre squadre sono nella stessa struttura - legata all'attività del presidente - e questo, nel nostro piccolo, velocizza tante situazioni per la crescita dei ragazzi."


Cristian Cantarelli (Coordinatore scouting - Chievo Verona)

"Personalmente penso che all'interno dei settori giovanili dovremo tutti avere molta più pazienza soprattutto con i ragazzi dotati di tecnicamente ma non supportati da strutture fisiche. Inoltre credo che sia fondamentale che all'interno dei vari vivai ci siano percorsi tecnici, tattici e di selezione, condivisi da responsabili ed allenatori."



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