FILIP DJUKIC - 06/08/1999 - MONTENEGRO/DANIMARCA

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di FootyGraphic

Filip Djukic è cresciuto a Hvidovre (vicino a Copenhagen) e all'età di 4 anni ha iniziato a giocare a calcio. Racconta di aver sempre amato il calcio e che suo padre ha avuto un ruolo fondamentale in questo, fin da quando - da grande tifoso dell'F.C. Copenhagen - lo portava ad assistere alle partite del campionato danese, salvo poi addormentarsi prima dell'intervallo. 

L'atmosfera tra le gradinate del Parken Stadium ha comunque avuto un grande impatto sul giovane Filip. La sua prima squadra è stata il Rosenhøj Boldklub (nota in patria per il buon lavoro a livello giovanile) e con essa, senza alcuna aspettativa o guida professionale, è riuscito a vincere tutte le competizioni senza perdere mai una partita. Dopo tali risultati, Djukic viene subito contattato dal Copenhagen per sostenere alcuni provini. Fu il padre, dopo poco e con enorme orgoglio, il primo a comunicargli che era entrato nell'U15 della squadra del cuore, assieme a due compagni di squadra nel Rosenhøj.

Con il Copenhagen U17 diventa, nella stagione 2016/17, campione di Danimarca, con una squadra rimasta imbattuta per tutta la stagione e capace di dimostrare grande solidità nel gruppo, grazie a compagni bravi ad aiutare il giovane portiere a sporcarsi davvero poche volte la divisa durante l'anno. Ma i traguardi più prestigiosi e le partite importanti si giocano in Europa: nella UEFA Youth League la sua squadra affronta Leicester City, Club Brugge e FC Porto, terminando la competizione ai sedicesimi di finale. Nonostante il passaggio del turno durante la fase a gironi, Filip ha fatto tesoro dell'errore commesso (espulsione al 19° minuto per fallo di gioco) nella terza partita del girone contro Leicester, che è costata la sconfitta per 3-2 dopo il vantaggio ad inizio gara. "Vedere la squadra lottare duramente, cercando di rimediare al mio errore mi ha stracciato il cuore". Questo quanto dichiarato dal portiere danese di origine montenegrina. Episodio negativo che però lo ha aiutato nella crescita professionale e che ha cambiato il suo modo di giocare da lì in avanti.

Nel corso della sua ancora breve carriera, Filip ha avuto diversi allenatori, ognuno dei quali lo ha influenzato in modo univoco. Uno su tutti, Morten Kjærbye, con il quale ha condiviso il lavoro di 2 anni e mezzo, sia dentro al campo, sia nella vita di tutti i giorni, come veri amici. Anche la famiglia, per sua stessa ammissione, ha giocato un fattore importante negli anni: "Sono stato molto fortunato ad avere grande sostegno dalla mia famiglia. Mi ha sempre supportato e aiutato in ogni fase della mia vita". I suoi genitori hanno dedicato una parte importante della loro vita per rendere possibile la sua carriera, accompagnandolo ogni giorno agli allenamenti, sostenendolo ad ogni partita e preoccupandosi di fornire al proprio figlio un'alimentazione sana per vivere al meglio una vita da atleta. Ma Filip ha avuto affrontare anche delle difficoltà. Il fisico (soprattutto l'altezza) è stato un problema per molto tempo. Ma la sua determinazione ha fatto sì che una situazione di svantaggio, si trasformasse nella ragione in più per lavorare duramente.



Il calcio è la sua grande passione. Filip sogna di giocare nei migliori campionati europei contro i giocatori più forti al mondo, magari circondato da migliaia di tifosi. È consapevole del carico di lavoro che che dovrà ancora sostenere per raggiungere certi livelli ed è per questo che lavora duramente ogni giorno, studiando molto anche i suoi idoli Casillas e Ter Stegen: "Presto molta attenzione al loro processo decisionale ed ai movimenti. Casillas è un esempio da seguire, sia in campo, sia nella vita. Ha guadagnato tanto affetto e rispetto per la sua sportività e la sua bravura in campo".

Infine aggiunge: "Tutto quello che ho e che realizzerò in futuro, sarà anche merito della mia famiglia, dei miei amici e dei miei allenatori. I miei genitori sono stati fondamentali per la mia carriera e sono orgoglioso di essere arrivato fin qui. Ero solito pregare mio padre per avere i guanti da portiere più recenti, ora sono sponsorizzato dall'Adidas, uno dei più grandi marchi sportivi. Lavoro con i migliori allenatori, ho i migliori compagni di squadra e i migliori agenti, e non sarei dove sono senza il loro sostegno".

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