ISMAEL BENNACER - 01/12/1997 - FRANCIA/ALGERIA

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di Francesco Fedele - footbalscouting.it

Quando parliamo del continente africano, vi è una prima distinzione da fare: Nordafrica ed Africa subsahariana, con il deserto del Sahara a fare da spartiacque. In ambito calcistico si è soliti considerare i calciatori nordafricani dotati di tecnica sopraffina, di eleganza molto europea e poco africana, dove a farla da padrone è sicuramente lo strapotere fisico. 

Nonostante il "Brasile d’Africa", nell’immaginario collettivo, sia da oramai diverso tempo considerato il Ghana, alla luce dei molteplici successi continentali del XX Secolo (anche se l’ultima Coppa d’Africa messa in bacheca dalle Black Stars risale oramai al 1982), negli ultimi anni sono sempre più i giocatori provenienti o originari dell'Egitto, Marocco e Tunisia a prendersi la scena. Quest’introduzione ci è servita da assist per presentare un calciatore che di assist e tecnica se ne intende: Ismael Bennacer.

Questo giocatore racchiude in sé tutto quello che abbiamo scritto poc'anzi. Grande tecnica e destino curioso (francese, con cittadinanza marocchina, naturalizzato algerino, di padre marocchino e madre algerina), il classe ’97 dell’Empoli, a suon di buone prestazioni, in appena pochi mesi ha percorso diverse tappe del ciclo vitale di un calciatore: partito da incognita, passato ad essere rivelazione, fino alla conferma in Serie B.

Eppure, quando nel 2015 lascia i francesi dell’Arles per l’Arsenal, la sua carriera sembra proiettata nell’Olimpo dei grandissimi di questo sport. La prima stagione in Inghilterra è molto positiva, dato che raggiunge il traguardo dell’esordio in Prima squadra: la competizione è l’attuale Carabao Cup, la Coppa di Lega inglese e l’avversario lo Sheffield Wednesday. Nell’annata successiva (praticamente la scorsa stagione) arriva anche a più riprese la fascia di capitano della seconda squadra dei Gunners ma, nonostante le indicazioni positive, Bennacer sente il bisogno di cambiare aria, forse perché consapevole del poco spazio che avrebbe avuto con Wenger (senza però averne la certezza), forse per la volontà di tornare in Francia, oppure ancora per motivazioni a noi ignote. Fatto sta che quella in Ligue 2 con il Tours è una buona palestra che ne anticipa l’approdo all’Empoli, dove arriva tra l’incredulità generale.



Numero 10 sulle spalle, una duttilità che fa piacere a tutti gli allenatori, chiaramente Andreazzoli compreso: mezzala, trequartista, centrocampista centrale ed alle volte addirittura esterno di centrocampo. Nello scacchiere del tecnico dei toscani Bennacer va a comporre il terzetto in mediana con i vari Castagnetti, Krunic (questi due su tutti) o l’ultimo arrivato Brighi. L’abbiamo ribadito a più riprese, questo è un calciatore dalla grande tecnica, ma le sue statistiche (appena due assist in ventidue gare giocate) ne denotano un lato sul quale lavorare: la conclusione. 

Il mancino di Bennacer è di pregevole fattura, dato che alla tecnica di base abbina anche un’ottima tecnica di calcio, che sfrutta però ancora troppo poco, soprattutto in quanto ha visto arretrato il proprio raggio d’azione. Perfezionando questo suo ruolo avrà però la possibilità di affinare le proprie capacità di inserimento, così da poter arrivare nella zona calda avversaria con più frequenza. 

Giocatore innamorato del pallone - come ogni buon numero 10 che si rispetti - dovrà assimilare maggiormente la fase di non possesso, cosa che lo renderebbe un centrocampista totale. L’Empoli non ha in casa una rivelazione, bensì un patrimonio.

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