di Marco Fanuli e Alessandro Iacobelli
Sono la coppia di portieri più giovane dell'intero Campionato Primavera 1, ma soprattutto sono attenti allievi di una delle scuole calcistiche più preparate in fatto di giovani e soprattutto di portieri. Manuel Gasparini e Semuel Pizzignacco - rispettivamente classe 2002 e 2001 - hanno intrapreso il percorso calcistico con la maglia dell'Udinese e sognano di ripercorrere, almeno in parte, le orme di chi gli ha preceduti, dal "monumento nazionale" Dino Zoff passando per Morgan De Sanctis e Samir Handanovic, fino ad arrivare ai più recenti Simone Scuffet ed al sempre più convincente Alex Meret. Manuel e Semuel si cimentano quest'oggi, in esclusiva per Promesse del Calcio, in una doppia intervista, guardando sicuramente al presente, ma anche con un occhio rivolto al futuro ed ai colori bianconeri.
PdC: Descriviti in poche parole.
MG: Sono un ragazzo tranquillo che vive per il calcio. Fisicamente sono alto, ma devo ancora sviluppare maggiormente la muscolatura. Dal punto di vista tecnico, sento di dover migliorare ancora tanto.
SP: Sono un ragazzo umile ed educato sia in campo che nell’ambiente esterno. In partita però mi trasformo e divento più aggressivo, tenace e affronto le situazioni in modo determinato cercando sempre di collaborare con i compagni di squadra.
PdC: Chi è il tuo modello?
MG: Non mi ispiro a nessuno in particolare, ma cerco sempre di migliorarmi seguendo il mio istinto ed i consigli dei mister, imparando da loro anche su come gestire mentalmente gli allenamenti e le partite.
SP: Il mio idolo è Manuel Neuer del Bayern Monaco. L’ho iniziato a seguire sin dalle sue prime partite perché è un portiere che ha molta personalità. Gioca molto fuori dai pali, i pallone alti sono tutti suoi ed è bravissimo con i piedi. In Italia il mio idolo è Buffon, soprattutto per l’atteggiamento che dimostra nel fare le cose.
PdC: Cosa invidi all'altro?
MG: Semuel è un bravissimo portiere e di lui ammiro la tranquillità che mette in campo. Tra di noi c'è un bel rapporto, sia sul campo, sia al di fuori. Questo ci aiuta ad essere sereni ed a dare sempre il massimo anche durante gli allenamenti.
SP: In Manuel non invidio tanto, perché siamo quasi uguali. Forse lui è più bravo di me nel dialogare e comunicare con i compagni di squadra, ma siamo più o meno sullo stesso livello.
PdC: Come giudichi il tuo percorso professionale fino ad oggi?
MG: Essere all'Udinese è stato importante per la mia crescita. La mia fortuna è stata quella di arrivare in bianconero da piccolo all'età di 8/9 anni, dopo aver militato inizialmente nel Flaibano, la squadra del mio paese attualmente prima nel campionato di Promozione.
SP: Ho iniziato a giocare allo Staranzano all’età di 5/6 anni. Dopo 4 stagioni sono passato al Cjarlinz Muzzane dove ho giocato 2 anni, prima di passare all’Udinese. In generale sono molto soddisfatto del mio percorso.
PdC: Dove senti di dover ancora migliorare?
MG: Penso che non bisogna mai credere di aver raggiunto il massimo e credo di dover migliorare ancora in tutto, lavorando di giorno in giorno con dedizione e spirito di sacrificio, sia dentro che fuori dal campo. Pensare che altri ragazzi lottano ogni giorno per raggiungere il mio stesso obiettivo, mi motiva particolarmente.
SP: Sinceramente devo migliorare nella continuità. Magari faccio quattro partite da 7/7.5 per poi giocarne una da 5/6. Il risultato è comunque positivo ma punto sempre al meglio rispetto alla semplice sufficienza.
PdC: La scuola dei portieri dell'Udinese è tra le più importanti in Italia e i risultati del passato sono di buon auspicio. Qual è il tuo sogno nel cassetto?
MG: Il mio sogno nel cassetto è quello di qualsiasi bambino che gioca a calcio: diventare professionista. La strada è ancora lunga, ma con il lavoro e l'umiltà si può raggiungere questo traguardo.
SP: Il mio sogno è quello di esordire in Serie A con la prima squadra innanzitutto. Però il mio principale desiderio è di giocare in Champions League.
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28 marzo 2018
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