JADON SANCHO - 25/03/2000 - INGHILTERRA

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di Marco Fanuli

Capita che da Londra la tua famiglia si trasferisca a Watford e che nella tua nuova città dai inizio al percorso calcistico nell'Academy della città. Capita poi che durante gli 8 anni di permanenza con i "Calabroni", uno dei maggiori club inglesi e d'Europa - il Manchester City - si accorga di te e ti vuole nel proprio vivaio. Ma capita anche che la stessa società che aveva notato un innato talento nel tuo gioco, decida di lasciarti andare di fronte alla tua volontà di cambiare aria perché non convinto di essere parte dei progetti futuri del club di Manchester. Ecco quindi che arriva un'offerta apparentemente irrinunciabile dalla Germania: 5 mln a soli 17 anni e 4 mesi, per un ragazzo non ancora professionista.

Questa, in breve, la storia che ha portato il giovane calciatore inglese (ma con genitori del Trinidad e Tobago) classe 2000 Jadon Sancho, a vestire la maglia giallonera del Borussia Dortmund, società che difficilmente prende abbagli quando si tratta di individuare del talento in giovane età.

La storia però ha continuato ad avere ulteriori sviluppi e punti chiave nella vita del nuovo numero 7 giallonero. Con l'U19 del Borussia, le presenze in campionato di Sancho si sono limitate a poche apparizioni, ma nella maggiore competizione europea a livello giovanile - la UEFA Youth League - colleziona 5 presenze condite da 3 reti. Numeri che, associati al suo score con la maglia inglese U16, U17 e U19 (in totale 23 centri in 34 presenze) farebbero drizzare le orecchie a chiunque, allenatore della Prima squadra compreso.

Peter Bosz è uomo di calcio ed ha sposato appieno la filosofia della squadra di Dortmund dopo l'addio di Klopp. Come già nelle sue passate esperienze in Eredivisie, ha sempre un occhio di riguardo verso i giovani. Il talento di Sancho è evidente, quindi decide di testarlo personalmente aggregandolo alla Prima squadra e portandolo in panchina alla settima di campionato contro l'Augusta. Due settimane dopo, l'esordio in Bundesliga contro l'Eintracht Francoforte nei minuti finali. Dopo un'altra comparsa contro il Bayern Monaco negli ultimi 10 minuti della partita e l'infortunio ai legamenti che lo hanno tenuto lontano dai campi per un mese, arriva la consacrazione e il posto da titolare. Ma purtroppo il ginocchio non regge il carico emotivo retto magistralmente dalla testa e dopo 4 presenze si arrende ad un nuovo infortunio. Un altro mese senza campo, prima di spiccare definitivamente il volo con la partita perfetta contro il Leverkusen, mettendo a segno il suo primo gol da professionista e assistendo prima Philipp e poi Reus con autentica classe per i gol del 3-0 e 4-0. 



Una macchina di assist che non trova pause nemmeno in questa stagione (9 in 10 presenze tra Bundesliga, Champions League e coppa nazionale) e che è destinata a crescere insieme al suo valore, tanto che per assicurarsi il talentino giallonero si stanno muovendo Real, United, Bayern, PSG e Barcellona. In poche parole il top del calcio mondiale.

Velocità, rapidità, intelligenza e tecnica. Quattro termini che si racchiudono in un unica parola: classe. Un giocatore che apparentemente non troverà ostacoli dovuti a filosofie di calcio differenti e stili di gioco. Quando c'è talento associato a qualità fisiche importanti la strada è già tracciata. In quel di Manchester - sponda City - qualcuno si sta già mangiando le mani: la generazione 2000 ha finalmente trovato il suo top player e il suo primo gol in Champions contro l'Atletico Madrid ne conferma la tesi. 

La nazionale inglese ringrazia e spera di invertire finalmente la rotta che non l'ha vista mai protagonista tra le grandi. A Sancho e i suoi fratelli l'ennesima sfida di portare in cima al mondo la squadra di Sua Maestà la Regina. 


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