LINTON MAINA - 23/06/1999 - GERMANIA

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di Giorgio Dusi - footballscouting.it

Al Manchester United sono bastate due presenze per innamorarsi di lui. Sarà perché i concittadini del City hanno la sua versione di 3 anni più anziana, con un taglio di capelli molto vicino a quello dell’ex Schalke - "ci paragonano solo per quello", ha detto a ‘Sportbuzzer’ - e caratteristiche fisiche e tecniche altrettanto simili, e i Red Devils non vogliono essere da meno. Oppure, semplicemente perché Linton Maina è tra i giovani talenti più in vista della Bundesliga e nonostante il suo Hannover sembri destinato alla retrocessione in Zweite Liga, il classe 1999 non ha perso l’occasione per dimostrare le proprie doti.

Nato a Berlino da padre keniota e madre tedesca, Linton Maina sognava l’Hertha: voleva diventare una stella della squadra della sua città. Unico problema: non lo hanno mai chiamato né cercato. Ci ha provato il Lipsia, ma è stato subito rispedito a Berlino dopo un test poco soddisfacente. Ecco poi l’Hannover, la chiamata che si è rivelata quella giusta. Ma non nei primi, difficili tempi: ci è voluto Steve Cherundolo, una leggenda del soccer e dell’Hannover per fagli tenere duro, poi gli anni sotto Dabrowski nelle giovanili lo hanno portato fino alle attenzioni di André Breitenreiter.

L’ex allenatore dell’Hannover (esonerato a febbraio dopo quasi due anni di risultati positivi) ha scelto un contesto non indifferente per far esordire l’allora 18enne nell’aprile 2018: il Westfalenstadion di Dortmund, nella partita contro il Borussia persa per 1-0. I primi 4 minuti di Maina in Bundesliga sono stati di fronte al Muro Giallo. Nulla di memorabile comunque per uno spettatore esterno, o quantomeno non quanto la mezz’ora che avrebbe giocato alla BayArena di Leverkusen un mese dopo. È stata probabilmente quella la partita che ha fatto capire il talento e le doti tecniche sopra la media del tedesco di origini keniote.

Nei minuti contro il Bayer, Maina ha affettato la difesa ogni volta che gli è stata data la possibilità di ripartire con campo da attaccare o in uno contro uno col diretto avversario. E cioè praticamente sempre, visto che il Leverkusen era in vantaggio 3-0 dopo un’ora e vincendo 5-0 sarebbe balzato in Champions League, senza nulla da perdere e con tanti spazi esposti. Dopo un paio di contropiedi sprecati Maina è anche riuscito a consegnare il primo assist della sua carriera, a Martin Harnik.

Velocità, tecnica in velocità e capacità di saltare l’uomo, ma mai a testa bassa, sempre con un ottimo decision-making. Con tutti i limiti di esperienza che appartengono a un ragazzo di (allora) 18 anni. Tutto dimostrato in 27 minuti (più recupero) che di fatto nell'estate 2018 gli sono valsi il primo contratto da professionista.


La stagione 2018/19 è stata la sua prima da "grande", ma è stato ostacolato prima da un problema al ginocchio e poi al menisco. Ha dovuto saltare di fatto tutto ottobre e i primi due mesi del 2019. Ne ha risentito la continuità, ma non la fiducia di Breitenreiter prima e di ThomasDoll, subentrato all’ex Schalke, poi. Maina ha giocato in qualunque ruolo possibile per le sue caratteristiche: ala destra o sinistra, trequartista, interno di centrocampo, esterno di centrocampo a quattro e a volte anche quinto con la difesa a tre, soprattutto in spezzoni di partita. Esigenze date da una classifica deficitaria, ma altrettanto dalla voglia di dimostrare di essere all’altezza.

I numeri, per la verità, non sono stati molto dalla parte di Linton Maina: in stagione ha segnato soltanto una volta, nel sentitissimo derby col Wolfsburg dello scorso novembre, un’occasione comunque speciale per marcare il primo gol in carriera. E nemmeno un gol banale: sinistro al volo ad incrociare su una palla spiovente dal lato destro del campo.

Ad aprile è tornato a macinare numeri, oltre che giocate: 2 assist in un mese, contro il Wolfsburg (inutile) e Mainz (da 3 punti). Sono stati anche gli unici due gol dell’Hannover nelle ultime 5 partite, a testimonianza di un attacco poco funzionante e che solo il suo talento ha acceso.

Maina è in cerca di spazi (non solo in campo) e ne dovrebbe trovare, anche tra le file della nazionale tedesca U20: l’ultima chiamata è di settembre 2018, prima degli infortuni che lo han frenato. La prossima, dovesse arrivare, potrebbe essere determinante, perché varrebbe un pass per il Mondiale di categoria. Poi il giocatore dovrà fare una scelta: può giocare col Kenya, ma ha fatto tutta la trafila delle nazionali tedesche. E, se il passo è questo, non ci sarebbe da stupirsi se dovesse arrivare alla Mannschaft.



La nazionale rimane un capitolo ancora da scrivere, il prossimo riguarda però il futuro nei club. Tra i club tedeschi lo starebbero seguendo Werder e Leverkusen, ma all’estero c’è quel Manchester United che lo segue con attenzione. Se sarà stato convinto dall’annata del ragazzo o meno ce lo dirà soltanto il mercato.

L’ultima parola, in ogni caso, dovrà spettare a Linton Maina, uno che conosce le proprie doti, ma vuole fare le cose per gradi. E di dote ne ha anche un’altra: l’umiltà. Come ha raccontato alla "Bild", i soldi guadagnati li ha finora reinvestiti in una sola direzione: per comprare alla mamma - sua procuratrice - un appartamento a Berlino. In cambio potrebbe chiederle di trovargli la miglior squadra possibile. Con quel talento e quei colpi, comunque, non dovrebbe essere un grosso problema.


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