DENIS FRANCHI - 22/10/2002 - ITALIA

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di Antonio Sepe 

A distanza di una settimana si è ritrovato catapultato dalla promozione friulana alla Ligue 1, compagno in allenamento di Verratti, Mbappè e Neymar. Sembra una favola, ma è soltanto la storia di Denis Franchi. Il portiere classe 2002 ha firmato un contratto con il Paris Saint-Germain fino al 2022, diventando il primo U19 azzurro di sempre tra le fila della squadra francese.

Nato a San Vito al Tagliamento, Denis muove i suoi primi passi nel Prata Falchi, società della città di Pordenone che vanta un buon settore giovanile, capace di lanciare, tra i vari nomi, il portiere Ivan Provedel.

Il talento di Franchi, però, non passa inosservato. L’Udinese mette infatti gli occhi sul ragazzo, strappandolo in prestito per due anni e concedendogli i palcoscenici che dimostra di meritare. Il club transalpino, invece, s’innamora di Denis durante un torneo dove difende proprio i pali dell’Udinese, in quel di Nantes. Il 16enne inoltre viene premiato come miglior portiere del prestigioso Memorial Claudio Sassi e convince definitivamente gli osservatori del Psg a portarlo in Francia.

Il giovane friulano, dall’alto dei suoi 189 centimetri, fa del suo punto di forza la reattività, ma sorprende anche la velocità di apprendimento. Ragazzo silenzioso ma determinato, a Parigi ha già stretto amicizia con Verratti e Cavani, che parlano italiano come lui. Dedizione e duro lavoro, ma non solo all’interno del campo da calcio. Denis infatti sta proseguendo anche gli studi, frequentando il liceo linguistico e studiando il francese in modo da perfezionare la comunicazione con i compagni di squadra.



Il suo esordio in maglia parigina è arrivato nel match di campionato U19 contro l’Amiens, terminato 1-1 e, per usare un eufemismo, non è stato troppo negativo. Franchi è stato subito costretto a fronteggiare un rigore ma si è rivelato bravissimo nell’ipnotizzare l’avversario, rimanendo fermo al centro della porta e bloccando il cucchiaio. Sicurezza tra i pali e diverse uscite nella ripresa hanno fatto il resto. Se sognare non costa nulla, non è detto che l’estremo difensore non possa ambire a diventare il terzo portiere della Prima squadra guidata da Tuchel.

Per un italiano che lascia Parigi come Buffon, ce n’è un altro che invece arriva. Una metafora a mo’ di sostituzione: esce il passato, entra il futuro. E se le premesse sono queste, allora il futuro potrà essere molto roseo.

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