ANDREA CERESOLI - 25/03/2003 - ITALIA

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di Alfonso Infantino

Uno dei settori giovanili più proficui nel panorama calcistico italiano, è senza dubbio quello dell’Atalanta. Il club orobico da sempre gode di uno scouting di spessore, in grado di scovare eventuali futuri fenomeni in tutto il mondo.

Per questo bisogna ringraziare il compianto Mino Favini, un maestro per molti giovani che sono arrivati a Bergamo. Grazie a lui sono emersi talenti o calciatori che nel prosieguo hanno avuto una carriera da prima pagina nella nostra Serie A e all’estero (come Massimo Donati, per anni colonna del Celtic Glasgow). Chi invece oggi può emergere dal vivaio della Dea è Andrea Ceresoli, classe 2003, terzino sinistro dal grande avvenire.

Tra Nazionale (U15, U16 e U17) e club (Atalanta U17 e Primavera) Ceresoli vanta, ad appena 17 anni, già 40 presenze. Un numero che la dice lunga sulla bontà del calciatore in questione. Ciò che tuttavia stona attorno a queste 40 presenze sono le appena 16 gare giocate per 90 minuti. Un diamante grezzo ancora da plasmare, che solo giocando può colmare le lacune che evidenzia in campo, come ad esempio la fase di copertura. Difetto che di fatto gli è costato la presenza al Mondiale U17 del 2019. 



È un terzino sinistro naturale, ma che è stato adattato anche a destra con l’Italia U16 contro la Germania U16 (subentrando all’infortunato Maluzzi) o in posizione di mezz’ala sempre con l’Italia U16 in un 4-3-1-2 e in maglia nerazzurra. Sperimentato anche come vertice basso in un centrocampo a rombo contro la Cremonese in trasferta, non trovandosi in questo caso, propriamente a suo agio.

Ceresoli rimane comunque un bel prospetto del calcio italiano che può sicuramente crescere grazie a lavoro e dedizione. Lo scouting estero, lo segue a riflettori spenti, riflettori pronti ad accendersi da un momento all'altro.

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