di Tikrit65
C’è il tentativo ogni giorno di osservare, di allenare la nostra prospettiva mentale che subisce un mutamento nient’affatto banale come il paesaggio verde che si muove all’unisono tutto intorno, che viene da fissarlo pezzo per pezzo, superarlo in corsa, tracciando un altro anello nel tronco della nostra vita sportiva.
L’aria era sempre più frizzante. Aderiva alla pelle come una sgradevole pellicola. Il silenzio. Da un momento all’altro si sarebbe aperto il cielo. Si giocava ad un ritmo frenetico tra il campo uno e due perché i talenti erano molto vicini.
I Mister li osservavano con un istinto incredibile, con la loro corazza da armadillo, con la tempra uruguagia. Diceva il grande filosofo Platone: "si scopre di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione". Il piacere di conoscere sé stessi e di essere conosciuti nei propri limiti e nelle proprie potenzialità.
Così rimaneva una sorta istintiva di rispetto, di motivazione, di condivisione con quella sottile linea verde che cammina tra le nuvole a forma di cavolfiore, che inizia a fessurarsi, piena di pathos, di passione, di fantasia, di tecnica unita alla intensità che si dirama nel ritmo frenetico, sfrecciando nell’atmosfera in barba alla legge di gravità, alla velocità di questo tempo che scorre nel suo divenire. Immagini così vivide, lucide, emozionanti da trasformare, la corsa, la velocità, la tecnica di talentini in una festa mobile come nella Parigi di Hemingway.
Il talento opera a livello viscerale, comunicando emozioni, intenzioni e valori nonché parole e idee. È dentro di noi. È inscritta nel tessuto dei nostri atomi, incisa in maniera indelebile nelle strutture della nostra mente. Il talento è la nostra kryptonite con la sua capacità di giocare con le emozioni, con il suo linguaggio. È un tonico, un rimedio per i nostri occhi in grado di produrre ricche associazioni emotive.
"La libertà è ammissibile solo se si produce il massimo rendimento dei giocatori di talento" diceva Cruijff. Ecco perché il fulmine del talento ti fa venire i brividi, le farfalle nello stomaco. Le passioni sono tutte importanti perché ci rendono felici. Per trovare le proprie passioni bisogna avere una mente aperta al mondo e coltivarle. La passione accende il sogno e lo fa diventare obiettivo. È un mondo fatto di ossigeno, è il luogo dell’allegria. È sempre una gioia vedere il suo occhio verde che lappa, allargando la gabbia toracica per dare spazio ad un po’ di aria mentre un grappolo di talenti si moltiplica ad libitum.
Eppure, il duro spessore di questa piccola storia si rileva fatto anche di musica, suona rock. Il bello degli incontri è la sorpresa e ogni incontro ti arricchisce. È un’idea che funziona. Alla fine, anche nel calcio le cose più importanti sono le idee. Se entri tardi sei stonato. Lo stesso se entri in anticipo. Bisogna entrare al momento giusto nel posto giusto, né prima né dopo. Quelli che hanno questi tempi di gioco si distinguono subito. Possono dare il cento per cento se hanno una testa di qualità.
Boati di esultanza, esplosioni di gioia si susseguivano all’unisono, ad ogni palla che gonfiava il sacco, urla di incitamento verso il compagno in difficoltà o in debito di ossigeno, sguardi persi per un‘occasione fallita, sfumata o fatta sfumare. Ma nonostante tutto, nell’aria rimaneva sempre un leggero odore di umido e di sudore l’odore più buono della nostra vita. Un colpo breve. Pausa. Altri tre. Pausa. Fino a quattordici. Quella manciata di minuti era stata piena di cose da sembrare un’eternità tra visi sudati e braccia alzate qui e là come sui gradini di una tribuna rudimentale. Una grande partecipazione da rendere ardente il puro sereno del cielo, più vicino e cupo il marrone della montagna all’orizzonte. L’odore dello sport, questo è anche il calcio in genere. Qualcosa è rimasto dentro, diciamo un’allegrezza, un’ilarità del cuore e i sintomi positivi non mancano con quelle pagine aperte come delle bandiere di piccoli ragazzi innamorati del pallone. I pensieri riprendono laddove tutto avviene in settimana nella sua interezza, nel rettangolo verdeggiante del campo, in una sensazione di grande benessere, mentre trottano alacremente sulla strada verso il campo, senza più rallentare, perdutamente e felicemente nella lunga e ampia discesa. L’inverno ormai è passato e la primavera accelera il fiorire dei teneri colori variopinti sui campi e le colline, mentre nel cielo blu le sfumature grigie s’alternano nel dì annunciando quella segreta speranza che si nasconde dentro e non muore mai. Diceva il grande pilota Manuel Fangio: "Lavora per essere il primo, ma non crederci mai"…
Commenti
Posta un commento
Qui anche tu puoi dire la tua!